Nell’antro di perenne paura,
avanzi attenta a passi lesti
e come la notte più oscura
a calare via tu t’appresti.
Senti il caldo e tetro terrore
che in fretta ad urlare t’induce
vedendo in quel campo l’orrore
di una fioca luce che non produce.
Ed allora poi fuggi lontano via
in quel labirintico pensiero
della tua mente stanca e malata.
Come quando in mare sei in balia
del vento e del tuo vecchio veliero,
capisci che oramai sei rassegnata.
avanzi attenta a passi lesti
e come la notte più oscura
a calare via tu t’appresti.
Senti il caldo e tetro terrore
che in fretta ad urlare t’induce
vedendo in quel campo l’orrore
di una fioca luce che non produce.
Ed allora poi fuggi lontano via
in quel labirintico pensiero
della tua mente stanca e malata.
Come quando in mare sei in balia
del vento e del tuo vecchio veliero,
capisci che oramai sei rassegnata.
2003 - Fabrizio Bentivoglio
Mi manchi tanto.
RispondiEliminaNon ho mai smesso di pensarti amico mio. Ti voglio bene.
RispondiEliminaNicco.
Ciao Fabri...
RispondiEliminaJonny